Una goccia, l’inizio
“Una goccia d’acqua nasce un attimo svanisce un attimo rimane meravigliosa pura forma invisibile più che guardare sentire un suono che continua nel silenzio”
Kengiro Azuma, 2009
La goccia che plasma
La storia di “AQUATIO” comincia con una goccia, figura semplice e pura che con il suo incessante cadere plasma la materia, forma gli spazi, gli arredi, la struttura.
Una goccia è l’opera d’arte in bronzo di Kengiro Azuma “MU765G”, situata in uno dei due ingressi principali della struttura, che riassume nella sua semplicità il senso della vita attraverso la metafora del ciclo dell’acqua.
Il candore e la sinuosità della goccia hanno guidato il fare progettuale dell’architetto Simone Micheli durante la figurazione degli spazi interni, nella definizione degli arredi, nella creazione dell’affascinante ed abile progetto illuminotecnico.
La goccia, con la sua perseveranza e purezza intrinseca, ha animato l’operato dell’architetto Cosimo dell’Acqua durante la realizzazione del progetto generale ed esecutivo del recupero architettonico e distributivo del Borgo.


La goccia scava la roccia
La goccia sintetizza l’origine millenaria dei Sassi di Matera e le loro caratteristiche:
erosione: l’azione erosiva di una goccia d’acqua che con tempo e pazienza scava i banchi di calcarenite, modellando il paesaggio e rendendolo unico;
custodia: l’acqua raccolta fino all’ultima goccia dalla popolazione materana attraverso le cave naturali o sapientemente realizzate, custodita in cisterne, pozzi, conche e palombari come un bene prezioso;
aggregazione: attorno alle cisterne si sviluppavano i vicinati, piccole comunità di cittadini che attraverso l’acqua condividevano la quotidianità.
La locuzione latina “Gutta cavat lapidem” (“la goccia scava la roccia“) esprime chiaramente il carattere degli abitanti di questi antichi rioni in quanto il tempo e la pazienza possono portare a grandi risultati.